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Maxima Acuña Chaupe, un’eroina dei nostri giorni


Siamo nella regione nord del Perù, a 4200 slm, nelle Ande, nella provincia provincia di Celendin, Maxima Acuna è una contadina analfabeta di 44 anni, proprietaria di un appezzamento di terra di 24,8 ettari che, da sola, ha sconfitto un colosso minerario: la multinazionale Yanacocha, di proprietà della Newmont Corporation. La storia inizia nel 2001, quando la società acquisisce i terreni della zona per ampliare quella che costituisce la più grande miniera d’oro dell’America Latina, con il relativo progetto estrattivo chiamato Conga.

Maxima difende la sua terra legittimamente acquistata ma, più in generale, difende tutta l’area contro un cieco progetto che vorrebbe ridurre l’intera zona ad una cava a cielo aperto, disperdendo per sempre bellezze e tradizioni. Intanto, tra intimidazioni e disagi infiniti: distruzione delle sue piantagioni, denunce, necessità di percorrere lunghi tragitti per arrivare a prendere acqua non inquinata dai processi estrattivi limitrofi, Maxima ha saputo portare avanti la sua opposizione contro un nemico enorme e come Davide e Golia ha saputo vincere, si perché il premio Nobel per l’ecologia (Goldman Environmental Prize) del quale è stata insignita quest’anno, rappresenta il riconoscimento più alto alle sue idee, al suo coraggio. Un piccolo passo verso la salvaguardia dell’ambiente in un mondo che ogni tanto, sa ascoltare anche chi ha meno voce ma più cuore...

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