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EXPO 2015: TUTTI I NUMERI DEL SUCCESSO



Si è appena chiusa la lunga esperienza italiana di Expo 2015, che sembrava essere partita con i peggiori auspici: ci furono inchieste che ben presto aprirono uno scenario haimé già troppe volte visto: corruzioni, infiltrazioni mafiose, abuso d'ufficio, reciclaggio di denaro sporco; inchieste che si aprirono a macchia d'olio rivelando un attivo lavoro malavitoso sia in ambiti imprenditoriali che in quelli politici; sembrava quasi si dovesse rinunciare ad un'avventura quando, d'un tratto, sarà forse stato il senso di responsabilità, la paura di perdere credibilità a livello internazionale o forse l'ottimismo innato che ci contraddistingue, ci si rimboccò le maniche chiudendo gli occhi al marcio e si iniziò a fare sul serio...e ci siamo riusciti... Il 01 maggio si aprirono le porte del grande spettacolo espositivo dove insieme ad ogni paese partecipante si è cercato di sviscerare il grande tema di "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Tema centrale nella nostra vita, che riguarda ognuno, in ogni sito ma spesso con implicazioni diverse: se da un lato c'è il mondo sviluppato, quello che spesso va incontro ad accessi alimentari, dall'altro c'è la piaga sociale della denutrizione, vero motivo di afflizione generale; ancora c'è quella larga fascia della popolazione caratterizzata da malnutrizione, altro grave problema sanitario; ma cibo non è solo alimentazione ma anche produzioni sostenibili, ricerca di sistemi di coltivazione in paesi spesso paesaggisticamente ostili, riduzione degli sprechi. In merito a quest'ultimo tema uno studio del 2011 commissionato dalla FAO (FAO 2011. Global Food Losses and Waste. Extent, Causes and Prevention, available at:http://www.fao.org/docrep/014/mb060e/mb060e00) stima che circa 1,3 tonnellate di cibo vengano perdute o sprecate, un reato, soprattutto se confrontato con altri dati: più di 800 milioni di persone che ogni anno muoiono per fame (stima FAO - GHI 2014). Affrontare un tema di così delicato e centrale nella nostra vita non era cosa facile, affrontarlo con spettacolarità, originalità, profondità è stato il successo di Expo: passeggiare lungo il Decumano, immergersi nei vari padiglioni ha significato fare un fantastico giro del mondo dove facce, costumi, usanze, lingue, diversità di cibi, essenze, hanno saputo arricchirci e far conoscere altro da noi, arma vincente in una società che percorre la strada della civiltà. Esperienze sensoriali, musiche, colori, ma anche innovazione, architetture, tecnologie, attrattive che hanno sancito un successo superiore alle aspettative con elevati aumenti dell'export e ricadute positive nell'intero indotto economico; Il ministro delle politiche agricole e forestali Martina ha visto la chiave del sucesso nel linguaggio popolare di Expo personalmente ricondurrei tale successo nello spirito sinergico: ogni paese con un proprio messaggio da porre accanto a quello altrui per raggiungere uno scopo convergente, nutrire il pianeta, salvaguardare la vita... e se resteranno nella storia il padiglione del Giappone, del Kazakhistan, della Francia e della Germania non si sarebbe potuto ipotizzare un viaggio di questo tipo senza inoltrarci prima nel padiglione zero per aprirci alla memoria, al percorso compiuto dall'uomo nella natura, attraverso tutte le sue fasi evolutive: dalla ricerca di quanto offerto in natura ai primi passi di avvio di agricoltura, dalla caccia all'allevamento, passando per l'invenzione di strumenti rudimentali per arrivare a tecniche di produzione e conservazione più evolute, fino ad aprirsi alle contraddizioni del presente...così il padiglione Italia definito "vivaio di energie nuove" ma il piatto forte di questo non può non essere l'albero della vita: spettacolare architettura capace di parlare un linguaggio tutto suo, emozionale, a volte trascendente, capace di tenere col naso in su 21 milioni di persone che di certo ne porteranno a casa un ricordo indelebile. Expo 2015 è stato tante cose, anche lunghe code e spesso, per alcuni, delusioni, qui piace ricordarlo come una manifestazione che ha saputo affrontare mirabilmente un tema importante con l'auspicio che si possa fare di più e meglio per "nutrire il pianeta".


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