Io il Nobel l'avrei dato a te...
Poche persone si troveranno in disappunto se si afferma che il 2015 è stato un anno difficile: gli effetti ancora pesanti della crisi economica; le congiunture politiche che ci hanno abituato a brutture senza fine con decapitazioni e distruzioni sommarie; maree umane di gente che si lancia nel vuoto di una traversata provando a vivere un sogno quello di invertire il proprio destino, e poi corruzioni, scandali, femminicidi, razzismo, odio crescente... tutto sembra peggiore di sempre eppoi, in mezzo al tunnel, si intravede la luce, lo spiraglio necessario per continuare a credere dove quel credere non significa essere fedeli ad un credo religioso ma voglia di non arrendersi, di sognare ancora che i buoni esistono e se ci si unisce a loro forse divengono più dei cattivi, dei miserabili. Caro papa Francesco grazie, grazie per aver interpretato l'incarico apostolico a modo tuo, senza vincoli e bavagli ma li, in prima linea contro il male, contro temi scomodi: hai guardato in faccia tutti, col tuo modo pacifico ma non hai fatto sconti a nessuno e hai condannato in casa loro (eri in America) chi sosteneva la pena di morte ma anche chi, nella tua chiesa, si era macchiato dei reati di pedofilia, di attaccamento alle ricchezze materiali; hai invocato a gran voce una chiesa che sapesse aprire le braccia alle coppie separate, alle coppie omosessuali e a chi fosse ricorso all'aborto; una chiesa caritatevole, misericordiosa, impegnata, non ferma su se stessa; un regno nuovo, con un sovrano semplice e vero che porta il peso delle sue borse, vive fuori dai lussi ma, oggi più che mai, dentro i nostri cuori. Non bisogna essere cattolici per sapere che stai percorrendo la strada giusta, che stai segnando la storia, che domani nulla sarà più uguale. Grazie papa Francesco per averci permesso di continuare a sperare; l'augurio è quello di andare avanti e magari quello a noi di seguire il tuo esempio e unirci nelle battaglie.